venerdì 13 dicembre 2013

I forconi


Adesso gli italioti si danno alla ribellione, ma, essendo incapaci di organizzarsi, si limitano a sterili proteste, a bloccare qualche strada, qualche ferrovia o qualche supermercato. Ovviamente avrebbero tutte le ragioni per protestare. Sono decenni che vengono presi in giro da una classe politica di approfittatori che ha portato il paese al collasso.
Il tutto però era previsto. Da anni si diceva che non potevamo andare avanti in questo modo, governati da ladri e incapaci. Io stesso ho sempre ripetuto che il ventennio berlusconiano sarebbe finito come il ventennio mussoliniano: con la distruzione del paese. Ed eccoci qua, con una crisi e una disoccupazione senza precedenti.
Così ora l'italiota protesta. E se la prende con tutti quanti. Ma siccome qui la tragedia si mescola sempre alla farsa, ecco che le stesse persone che hanno provocato la crisi, si ripresentano a rappresentare i ribelli. Bisogna cambiare tutto - diceva un personaggio de Il gattopardo - perché non cambi nulla - e soprattutto perché tornino a comandare sempre gli stessi.
Poiché il popolo italiota è spensierato, di memoria corta e incapace di visioni d'insieme, non è in grado di riconoscere le proprie responsabilità, in particolare quella di aver lasciato che per decenni i farabutti governassero il paese. E qui la colpa è proprio degli elettori, che si sono risvegliati da un lungo sonno soltanto ora. Ma dove sono stati in tutti questi anni?
Come al solito, finché non hanno sbattuto la testa contro il muro, non si sono accorti di nulla e hanno permesso ogni nefandezza.
Il problema è sempre quello: l'incapacità di prevedere, di prevenire e di organizzare. Tutto è lasciato all'improvvisazione e all'emotività. Purtroppo, questi sono i tratti caratteriali del nostro popolo, che alterna momenti di agitazione inconsulta a decenni di letargia.
Buon risveglio a tutti.

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