martedì 14 maggio 2013

Il pericolo italiano


Già nel settecento Helvétius scriveva: “L'esperienza ci mostra che quasi tutte le questioni morali e politiche non vengono decise con la ragione, ma con la forza. Se è vero che l'opinione è regina, è questo alla lunga il regno dei potenti che governano l'opinione.” Non se se è chiaro. Dice semplicemente che chi plasma l'opinione pubblica ha in mano le leve del potere. Ora, in Italia, abbiamo un signore, l'uomo più ricco di tutti, che ha in mano tre televisioni e numerosi giornali. Siccome è stato sottoposto a vari processi, l'uno più infamante dell'altro e siccome ha già ricevuto alcune condanne, questo signore sta mobilitando le sue televisioni, i suoi giornalisti e i suoi parlamentari, non per risolvere i problemi degli italiani, ma per difendere i suoi interessi personali e per sfuggire all'autorità giudiziaria.
Stiamo assistendo ad una importante prova di forza. Da una parte i magistrati che lo processano e dall'altra il coro dei suoi servitori che vogliono manipolare l'opinione pubblica e far credere che tutte le accuse su di lui sono persecuzioni politico-giudiziarie. Dall'esito di questo scontro si deciderà se l'Italia resterà una democrazia o se diventerà un regime di tipo sudamericano in mano al dittatorello di turno. Diceva Cesare Cantù: "Quando un'opinione falsa s'innesta nella società, importa combatterla, altrimenti essa s'arroga il titolo di senso comune".

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