domenica 3 giugno 2012

Megafoni papalini


Ogni gruppo religioso e politico ha diritto di esprimere le proprie opinioni, anche le peggiori . Ma in nessun altro paese come l'Italia le opinioni del papa vengono pompate e appoggiate dalle istituzioni e dallo Stato. Il risultato è che le sue idee, amplificate dai mass media, continuano a essere presentate senza un minimo di senso critico. E così avviene che, nel cuore dell'Italia, risuona di continuo il martellamento clericale, nemico di ogni apertura e di ogni cambiamento sociale. Lo Stato assiste e spesso incoraggia. E il paese è fermo al palo, come sempre, a causa di questa catena al piede. Un giorno qualcuno, smettendo di esaltare le opere di carità fatte dalla Chiesa (ma pagate sempre dallo Stato), dovrà fare i conti su quanto ci costa, non solo in termini di denaro ma sopratutto in termini di immobilismo etico, la presenza del Vaticano.
Come mai lo Stato dà tanto rilievo a un papa che tuona contro le leggi dello Stato stesso?
Il papa parla di "laicità dello Stato" ma vuole imporre le proprie leggi clericali, vuole che tutti, anche i non cattolici, si adeguino ai principi della religione. E, di fronte a tanta arroganza, mai che si levi la voce delle istituzioni.
Il papa dà ordini allo Stato: faccia questo e non faccia quello... Perché nessuna figura istituzionale non si alza in piedi e non spiega chiaramente alla Chiesa che cosa debba intendersi per laicità dello Stato? Sogno un Presidente del Consiglio o un Presidente della Repubblica che, ogni volta che il papa suona le sue campane, replichi ribadendo l'autonomia dello Stato. E, invece, i nostri uomini politici fanno a gare per trasformarsi in queste occasioni in scendiletto del papa.

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