sabato 2 giugno 2012

I papalini


Sembra che la vera attività dei cattolici italiani sia l'adorazione del papa. Ad ogni suo viaggio, si spendono milioni di euro e si mobilitano radio, televisioni, alti prelati, camerieri di corte, stilisti, architetti, forze dell'ordine, vigili del fuoco, servizi segreti, aerei, elicotteri e tutte le autorità del luogo, che come un sol uomo si dedicano alla venerazione del "vicario di Cristo". In questi casi si rivela il più grande difetto degli italioti: il loro bisogno di essere servi di qualcuno, di sottomettersi a qualcuno. È questo che fa degli italiani un popolo di lacché. L'eterna commedia dell'arte: Arlecchino servitore di due padroni. Putroppo questa tendenza si traferisce in politica, dove diventa il bisogno di avere un Duce, un comportamento che ha portato ai peggiori disastri della nostra storia, da ultimo a quello attuale.
Un altro argomento di cui parlano continuamente i cattolici è la famiglia, come se l'avessero inventata loro. Ma si tratta di chiacchiere ideologiche, di discorsi vuoti di contenuto, tant'è vero che l'Italia si trova in una grave crisi demografica. Nessun altro paese al mondo mette in campo minori mezzi per aiutare le famiglie, nemmeno nel terzo mondo. Il risultato che che non si fanno più figli. Nessuno pensa a fare una seria politica della famiglia, ad aiutare le donne in difficoltà. Al contrario chi fa figli viene penalizzato e si riduce in miseria. Però da noi si parla molto della famiglia. I nostri politici, soprattutto cattolici, non prendono mai un provvedimento per la famiglia, ma si riempiono la bocca di promesse e di parole inutili. La famiglia qui, la famiglia là. No alle coppie di fatto, no al ricononoscimento delle coppie gay, no al divorzio breve, no a tutto ciò che non sia l'adorazione papalina. Allora lì siamo i primi al mondo.
Il papa predica: "Tendete ad alti ideali, siate santi!"... Ci basterebbe che fossero saggi.

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