domenica 17 aprile 2011

Fascismo e populismo

Fascismo e populismo
Berlusconi vede comunisti dappertutto: nella scuola, nella magistratura e nell'opposizione. E si è inventato la teoria del complotto cui troppi credono.
Certo, così facendo, riuscirà a compattare i suoi. Ma non potrà evitare di spaccare in due il paese e di farsi odiare profondamente dagli avversari. Dunque, sarà sempre fattore di divisione e non potrà mai essere un grande leader.
Ormai anche i suoi seguaci ammettono che si sta facendo leggi su misura, per sfuggire ai processi. Ma non per questo lo abbandonano. Anzi, vedono in ciò un elemento di forza che ammirano tanto.
Che cosa c'è negli italiani che fa loro accettare, dopo vent'anni di fascismo, un altro lungo periodo di populismo? E, diciamoci la verità, senza l'intervento degli americani, Mussolini sarebbe morto tranquillamente nel suo letto.
Perché gli altri popoli europei non cadono nelle stesse trappole?
Come mai agli italiani basta che un uomo salga su un predellino per ascoltarlo e seguirlo? Eppure, in questi ultimi diciassette anni non abbiamo fatto altro che regredire, economicamente e culturalmente.
Il motivo è che una vera democrazia parlamentare richiede un popolo evoluto, capace di autocritica, di consapevolezza e di senso critico, un popolo dotato di responsabilità e di coscienza civica. E da noi queste virtù sono appannaggio di pochi.
La causa della nostra arretratezza sta dunque in un deficit culturale, accentuato dai mass media, in gran parte in mano allo stesso Berlusconi e dalla Chiesa cattolica, che appoggia chiunque sia di destra e la paghi profumatamente. Proprio come successe con Mussolini.
Ora capiamo anche bene il motivo per cui questo governo sta facendo di tutto per distruggere la scuola pubblica. Vi vede un covo di "comunisti" che non si rassegnano a diffondere la cultura berlusconiana delle veline, dei giornalisti,dei parlamentari e dei sottosegretari che lavorano per Berlusconi ma che vengono pagati con i soldi pubblici. La cultura del gregge che segue obbediente le indicazioni del pastore, anche quando questi le sta mandando in un precipizio.

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