L’ultimo rapporto del Censis svela che
il 48 per cento degli italiani sogna un “uomo forte” che si ponga al di sopra
del Parlamento: insomma un diattore. Non mi meraviglia. Sono decenni che lo
dico: è un’eredità della cultura cattolica che cerca sempre l’ “uomo della
Provvidenza” che risolva tutti i problemi.
Non ci dimentichiamo che fu Pio XI nel
1929 a definire Mussolini l’ “uomo mandato dalla Provvidenza” dopo che questi
aveva firmato il Concordato con cui veniva riconosciuto il carattere cattolico dello Stato Italiano, assicurato il
libero potere spirituale della Chiesa e la libertà di culto, stabiliti gli
effetti civili del matrimonio canonico e sancita l’obbligatorietà
dell’insegnamento della dottrina cattolica nelle scuole.
Chiesa e
fascismo sono sempre andati d’accordo. Tant’è vero che oggi il nuovo fascismo –
non solo in Italia -ostenta tranquillamente crocefissi, rosari, Vangeli e
Madonne, sicuro che i cattolici lo seguiranno.
Gli
italiani hanno ancora in testa questo mito, aggravato dal fatto che il governo
attuale non è capace di decidere una linea unitaria e di dare fiducia ai
cittadini.
Ai tempi
del primo concordato, il senatore Benedetto Croce si oppose a quell’accordo
perché vedeva nella Chiesa un’istituzione oscurantista mossa soltanto da
interessi temporali, tanto che in aula affermò che essa aveva “peccato contro
lo Spirito, non rappresentando ormai nulla, se non un complesso di mire
economiche e politiche”.
Non sembra
che oggi sia cambiato molto.
È inutile
aggiungere altro. Gli idolatri e i fascisti non ci ascolteranno. E gli altri
non vorranno ricordare che l’ “ultimo uomo della Provvidenza”, benedetto dalla
Chiesa, lasciò l’Italia in macerie.
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