Ai
tempi di Bossi, la Lega era un partito laico, che festeggiava il 25 aprile, ed
era secessionista: sognava di creare uno stato del Nord, la Padania. Con
Salvini è cambiato tutto: è diventata un partito nazionale, anzi nazionalista,
e di estrema destra. Ma è diventato anche un partito di bigotti. Abbiamo visto
Salvini brandire rosari e Vangeli in campagna elettorale, partecipare al
convegno di Verona per le famiglie tradizionali e difendere i valori del
cattolicesimo più reazionario.
Ultimamente
un deputato leghista ha proposto un disegno di legge per incentivare con sgravi
e detrazioni fiscali i matrimoni – ma
solo quelli religiosi. A parte l’evidente incostituzionalità della
proposta, è evidente la deriva clericale.
Qualche
prete ha subito colto la palla al balzo celebrando messe a suffragio dei
repubblichini fascisti.
Insomma
in Italia c’è un ritorno ad un passato reazionario e autoritario. E, in questo,
la Chiesa è sempre un faro d’inciviltà.
I
francesi hanno almeno fatto una rivoluzione in cui hanno combattuto gli
sfruttatori del popolo, i nobili e i preti. Ma in Italia non c’è mai stato un
moto del genere. Mentre tutti gli altri Stati europei facevano le riforme e
scoprivano la loro autonomia, in Italia abbiamo solo fatto controriforme e
servito il padrone o il dittatore di turno.
Gli
italioti sono ancora convinti di risolvere i loro problemi ritornando ad un
passato clericale e reazionario che ci ha sempre isolato dal contesto europeo e
dalla modernità, e che è all’origine proprio di quei problemi.
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