mercoledì 1 maggio 2019

Le trasformazioni della Lega


Ai tempi di Bossi, la Lega era un partito laico, che festeggiava il 25 aprile, ed era secessionista: sognava di creare uno stato del Nord, la Padania. Con Salvini è cambiato tutto: è diventata un partito nazionale, anzi nazionalista, e di estrema destra. Ma è diventato anche un partito di bigotti. Abbiamo visto Salvini brandire rosari e Vangeli in campagna elettorale, partecipare al convegno di Verona per le famiglie tradizionali e difendere i valori del cattolicesimo più reazionario.
Ultimamente un deputato leghista ha proposto un disegno di legge per incentivare con sgravi e detrazioni fiscali i matrimoni – ma solo quelli religiosi. A parte l’evidente incostituzionalità della proposta, è evidente la deriva clericale.
Qualche prete ha subito colto la palla al balzo celebrando messe a suffragio dei repubblichini fascisti.
Insomma in Italia c’è un ritorno ad un passato reazionario e autoritario. E, in questo, la Chiesa è sempre un faro d’inciviltà.
I francesi hanno almeno fatto una rivoluzione in cui hanno combattuto gli sfruttatori del popolo, i nobili e i preti. Ma in Italia non c’è mai stato un moto del genere. Mentre tutti gli altri Stati europei facevano le riforme e scoprivano la loro autonomia, in Italia abbiamo solo fatto controriforme e servito il padrone o il dittatore di turno.
Gli italioti sono ancora convinti di risolvere i loro problemi ritornando ad un passato clericale e reazionario che ci ha sempre isolato dal contesto europeo e dalla modernità, e che è all’origine proprio di quei problemi.

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