lunedì 7 agosto 2017

La fine del sogno europeo

Bisogna riconoscere, con il senno di poi, che l’entrata in Europa è stata per l’Italia un errore enorme. Siamo vasi di coccio tra due vasi di ferro: la Germani e la Francia.
La Germania ha costruito una moneta per sé, costringendoci ad un cambio rovinoso, che ha distrutto mezza economia e la nostra capacità di concorrenza. Risultato: la Germani prospera e noi ci siamo impoveriti.
Ma è la Francia la nostra peggior nemica. Non solo si è impadronita delle nostre migliori aziende (e di alcune strategiche come la Telecom), ma ci ostacola in Libia per sottrarci il petrolio.
Mentre la Commissione europea ci strangola e ci ricatta con la storia del debito pubblico e degli spread, noi dobbiamo capire che l’ideale europeo è fallito. Non solo l’Europa non aiuta i paesi più deboli (si veda come ha ridotto la Grecia), ma li sfrutta ancora di più riducendoli a colonie. In pratica, oggi sono i popoli poveri che pagano i conti più salati, talvolta rovinosi, e non hanno la possibilità di riprendersi.
Vediamo benissimo, nel caso dell’emigrazione, che, dopo aver bloccato (anche con i nostri soldi) la rotta balcanica, nessun paese europeo è disposto a chiudere la rotta mediterranea. Anzi, ci mandano le Ong per rovesciarci addosso ancora più emigranti.
Francia e Austria ce li riportano indietro. Alla faccia dell’europeismo!
L’Italia deve reagire e ritrovare la propria autonomia. Basta chiedere permessi agli altri paesi europei. Dobbiamo imparare da Francia e Germania, che sono europeiste solo a parole, ma che nei fatti curano solo i loro interessi nazionali.
Impariamo a fare i nostri interessi, dimenticandoci dell’Europa, che tanto non esiste più: è solo un mercato, dove solo i ricchi fanno affari.

Non c’è bisogno di uscire dall’euro. Agiamo in Libia e facciamoci un’altra moneta. L’Europa è morta: sia pace alla sua anima.

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