Noi non abbiamo il pragmatismo, la
lucidità, la spregiudicatezza e il cinismo dei popoli anglosassoni che dominano
il mondo. Non abbiamo l’idea di avere una missione. Noi non abbiamo politici
capaci di pensare in termini mondiali.
I nostri piccoli politici li vediamo.
Lottano nella loro piccola fazione, lottano per un partito o per se stessi, per
ottenere un ingiusto vitalizio dopo cinque anni. Non c’è in loro nessuna
visione generale dei problemi del mondo e della missione del paese. Vivono alla
giornata, lottando gli uni contro gli altri su quisquilie. Prima la riforma
costituzionale, ora la legge elettorale. Ma non vanno al di là del loro
paesello; sono provinciali.
E questo non dura da qualche
decennio, ma da secoli. È sempre andata così. I ducati, le repubblichine e le
monarchie italiche hanno sempre lottato le une contro le altre, chiamando in
aiuto di volta in volta i francesi, gli spagnoli, gli austriaci e così via.
Ci sarebbe anche il Papato. Ma quello
non è italiano, se non per imporre tasse agli italioti che lo sostengono. Quello
fa gli affari suoi, non gli interessi dell’Italia.
Non sapendo fare gli interessi
nostri, non possiamo che regredire. Oggi la Gran Bretagna dice all’America: “Noi
due insieme possiamo ancora dominare il mondo.”
E noi che cosa facciamo? I dominati,
i camerieri delle grandi potenze che si sentono padrone del mondo.
Nessun commento:
Posta un commento