giovedì 26 gennaio 2017

Fazioni italiche

Noi non abbiamo il pragmatismo, la lucidità, la spregiudicatezza e il cinismo dei popoli anglosassoni che dominano il mondo. Non abbiamo l’idea di avere una missione. Noi non abbiamo politici capaci di pensare in termini mondiali.
I nostri piccoli politici li vediamo. Lottano nella loro piccola fazione, lottano per un partito o per se stessi, per ottenere un ingiusto vitalizio dopo cinque anni. Non c’è in loro nessuna visione generale dei problemi del mondo e della missione del paese. Vivono alla giornata, lottando gli uni contro gli altri su quisquilie. Prima la riforma costituzionale, ora la legge elettorale. Ma non vanno al di là del loro paesello; sono provinciali.
E questo non dura da qualche decennio, ma da secoli. È sempre andata così. I ducati, le repubblichine e le monarchie italiche hanno sempre lottato le une contro le altre, chiamando in aiuto di volta in volta i francesi, gli spagnoli, gli austriaci e così via.
Ci sarebbe anche il Papato. Ma quello non è italiano, se non per imporre tasse agli italioti che lo sostengono. Quello fa gli affari suoi, non gli interessi dell’Italia.
Non sapendo fare gli interessi nostri, non possiamo che regredire. Oggi la Gran Bretagna dice all’America: “Noi due insieme possiamo ancora dominare il mondo.”
E noi che cosa facciamo? I dominati, i camerieri delle grandi potenze che si sentono padrone del mondo.


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