martedì 30 agosto 2016

Vizi e virtù

Parlando di vizi e virtù degli italiani, ne abbiamo qui, con il terremoto nell’Italia centrale, un esempio perfetto. Da una parte la generosità di tanti singoli e dei volontari più o meno organizzati e dall’altra parte l’incapacità di prevedere e prevenire.
Ci si affida appunto all’improvvisazione, all’ispirazione, all’emotività, ma non si programma quasi niente. Si sopperisce alla mancanza di organizzazione con i gesti dei singoli.
Ma l’improvvisazione generosa dura qualche giorno e, dopo, tutto viene abbandonato a se stesso.
In media, ogni quattro anni, in Italia si ripete un terremoto o qualche altro evento rovinoso e si spendono cifre ingenti per riparare i danni. Ma, quando si tratta di imporre leggi antisismiche in tutta Italia e di far costruire edifici più sicuri, i governanti e gli amministratori, che vivono alla giornata, si dimenticano di ogni promessa.
Il problema è che i nostri governi durano poco e quindi nessuno è in grado di prendere provvedimenti di ampio respiro, che oltretutto non danno visibilità e non portano voti.
In Italia esiste la cultura dell’emergenza e della precarietà, perché esiste la cultura della superficialità. Non siamo abituati ai lunghi sforzi, agli impegni duraturi.
Qui siamo disattenti su tutto. Come abbiamo fatto, per esempio, ad accumulare un tale enorme debito pubblico che ora ci impedisce ogni investimento? Non era prevedibile che i nodi sarebbero giunti al pettine?

Già, ma bisognerebbe saper prevedere, bisognerebbe avere un minimo di saggezza e di onestà. E invece si vive alla giornata consumando tutto senza pensare all’indomani.

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