Negli
ultimi anni la Germania ha commesso un errore dietro l’altro: dalla crisi della
Grecia, affrontata troppo tardi, alla crisi del Sud Europa, che ha fatto
aumentare disoccupazione, precarietà e povertà.
Eppure
l’Europa non era nata per chiedere sacrifici a tutti, ma per aumentare le
potenzialità di ognuno. Lo scopo non è quello di mantenere in vita una moneta o
il pareggio di bilancio, costi quel che costi.
Sembra
che alla Merkel manchi ogni idea di un’unione che non sia quella puramente
economica, e sempre a vantaggio della Germania.
Come mai, per esempio, in Ungheria si è installato un regime che appare
sempre più fascista? Come mai l’Europa non dice nulla?
Se
un paese rispetta i parametri economici, può fare quello che vuole in patria?
Urge una costituzione europea.
E
perché la signora Merkel ha insistito tanto per far eleggere alla Commissione
europea l’uomo che aveva governato per 18 anni un paese, il Lussemburgo, che è
un noto paradiso fiscale e che ha concordato con società e banche di tutta Europa
colossali evasioni fiscali?
Oltretutto
la crisi instaurata dalle politiche restrittive della Merkel sta portando alla
crescita in vari paesi di partiti più o meno nazionalisti, tutti accomunati
dalla contestazione all’Unione europea.
Occorrono
grandi investimenti pubblici, non solo un rigore contabile di tipo ossessivo.
Siamo
sicuri che la cancelliera sia all’altezza del suo compito?
Non
vorremmo che per la terza volta la Germania, per ristrettezza mentale e per
mania di dominio, distruggesse l’Europa.
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