giovedì 16 ottobre 2014

Il paese della paralisi

Poiché gli italiani sono uno dei popoli più faziosi del mondo, sono anche uno dei più litigiosi. La quantità delle vertenze civili è altissima. Si può dire che ognuno odi i propri vicini. Ed è questo il motivo per cui il nostro paese è stato uno degli ultimi in Europa a trovare l’unità nazionale.
Ma resta l’antipatia, di una regione verso l’altra, di ogni paesino, di ogni contrada verso quella vicina. Sono note le guerre fra città che hanno funestato il passato. E oggi sono visibili le esasperazioni del tifo calcistico, che portano anche ad accoltellamenti e a morti.
Questa antica rivalità fa sì che ogni partito politico disprezzi gli altri, e che tutti si siano da fare per bloccarsi a vicenda. Il risultato è sotto i nostri occhi: la paralisi di ogni progetto.
Come se questo non bastasse, il ritorno del federalismo ha fatto riaffiorare il particolarismo, il provincialismo, il localismo, il fatto che tutti si ostacolino a vicenda, e lo sviluppo di una burocrazia asfissiante e idiota che paralizza ogni progetto.
L’esito finale di questo atteggiamento “culturale” e psicologico è la paralisi generale, ben visibile nel ristagno dell’economia. Il paese si è avviluppato su se stesso e non riesce più a muoversi.
Ma perché i popoli italici si odiano tanto?

Forse perché odiano, in realtà, se stessi? Forse perché, dalla caduta dell’impero romano in poi, non hanno mai combinato, in campo politico e storico, nulla di buono?

1 commento:

  1. Gentile Claudio Lamparelli, provo a rispondere alla sua domanda finale facendo mie le parole di un valente intellettuale italiano, napoletano: Ermanno Rea... che nel suo "La Fabbrica dell'Obbedienza" cerca di dare una lettura di quanto è successo di nefasto nella penisola italiana a partire almeno dal 1600... Rea identifica la causa se non di tutti, di molti, mali italiani attuali a partire dal periodo della Controriforma, in cui la Chiesa Cattolica attraverso l'oscurantismo e l'inquisizione smantella le "eccellenze" sociali/econonomiche/culturali/artistiche/spirituali che durante i due secoli precedenti (nel Rinascimento) avevano portato il nostro paese all'avanguardia nel mondo... poi succede che in pochi anni, con la Controriforma, appaiono le condanne e i roghi, l'Inquisizione è alla base anche dello sviluppo delle varie mafie (i metodi intimidatori sono gli stessi), le varie comunità locali, i popoli italici, sono alla mercé del potente di turno, quasi sempre invasori stranieri, ma soprattutto localmente ci si prostra davanti al potere della Chiesa che stende il suo sudario di restaurazione sotto il quale restano in piedi solamente localismi, particolarismi e visioni ristrette... lo stato nazionale che verrà successivamente non riuscirà mai a rimediare a questo stato di cose, anzi contribuirà con la sua inefficienza a rinsaldare le pecche di antica provenienza...

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