Nella nascita dell’ultimo partito
italiano, il Movimento Cinquestelle, vediamo la faziosità, la disunione, l’anarchia
contrabbandata per democrazia, le idee utopistiche, l’irruenza polemica, la
convinzione di avere la verità – e poi l’incapacità di amministrare e la
mancanza di pragmatismo – che sono tipiche di ogni partito italiano allo stato
nascente.
E nei suoi elettori vediamo un altro
vizio italico: l’emotività, l’ideologismo, la facile accensione, l’entusiasmo
irrealistico e, di nuovo, la mancanza di riflessione e di senso pratico –
nonché l’ingenuità di credere che i problemi si possano risolvere con l’improvvisazione
e non con la preparazione e uno studio serio.
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