venerdì 13 aprile 2012

Partiti ladri


I partiti politici assomigliano sempre più a cosche mafiose. Come le cosche rastrellano soldi, impedendo il libero sviluppo dell'economia e della vita sociale. Con le loro tasse e con la legge sui "rimborsi" elettorali, impongono il pizzo e si arricchiscono. A differenza delle mafie, che infestano il paese, dicono di farlo "per il bene comune". Ma in realtà lo fanno solo per il loro bene personale. Non si conosce più un solo provvedimento che aiuti lo sviluppo. Solo tasse che impoveriscono la classe media. E la differenza tra i pochi privilegiati e i tanti sfruttati sono ormai abissali.
L'indecenza e la corruzione sono tali che, mentre i politici impongono sacrifici a tutti, si trattano da nababbi, hanno stipendi e vitalizi d'oro e continuano a rubare per arricchire se stessi e i loro parenti. I dirigenti degli enti statali continuano ad aumentarsi i compensi mentre depredano la gente comune.
Proprio come le cosche mafiose, i governi dicono di dover imporre nuove tasse per garantire la "protezione" degli sfruttati. Ma in realtà li riducono in miseria.
Sì, gli italiani hanno un grosso problema: troppi non hanno senso etico, non hanno consapevolezza sociale. Ci sono politici che rubano a tutto spiano, ma che poi si indignano per le coppie gay o per qualche pillola antifecondativa. Putroppo la causa è la cultura cattolica, dove c'è molto moralismo ma nessuna morale. Basta vedere d'altronde come rubano e fanno affari gli altri prelati, all'ombra del Vaticano. Sono i primi ad evadere le tasse, a rastrellare fondi pubblici con le legge truffa dell'8 per mille e a riciclare i soldi delle mafie. Già, quante mafie abbiamo in Italia?

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